È noto che quest’arte “gentile”, da alcuni fatta risalire storicamente alle antiche pratiche di autodifesa dei Monaci Buddhisti ed ovviamente disciplina dei Samurai, sia oggi disciplina di sostegno a numerosi altri stili come quello delle MMA per le soluzioni tecniche che propone e per l’efficienza di combattimento a terra.
La nascita del SO Sento Ryu Rapid si deve agli studi tecnici-scientifici del Dott. Antonio la Salandra, definito KANCHO, per rendere ancora più completo ed innovativo lo stile del Ju Jitsu, che nasce come disciplina di self-defence, attuando uno studio delle potenzialità delle tecniche di combattimento miste, con e senza strumenti offensivi propri. Questo approfondimento amplia gli aspetti teorico-pratici delle tecniche di percussione, dell’equilibrio, del controllo e della lotta a terra di questa disciplina.
Il So Sento Ryu Rapid tramite l’utilizzo della tecnica applicata alla cultura Scientifica e del dominio, fa si che vengano padroneggiati i vari aspetti del combattimento, testimoniando la propria natura efficace quale antidoto alla sproporzione naturale fra attacco e difesa fra avversari diversi per mole fisica.
Sostituendo alla sola importanza delle proporzioni fisiche l’aspetto fondamentale della forza meccanica del corpo, gestita e sprigionata tramite il gesto atletico con adeguata strategia e tecnica di combattimento, Il So Sento Ryu RAPID è oggi riconosciuto non solo come esempio di arte marziale neo classica, ma viene percepito anche come modello di vita sano e assertivo da insegnare ai giovani come da migliore delle tradizioni del Bushido.
La disciplina oggi, è molto praticata, ed è insegnata, oltre che alla gente comune, agli specialisti di corpi militari e/o polizia, per esempio le Guardie Svizzere Pontificie, ed al mondo cinematografico Internazionale per la sua spettacolarità ed efficacia.
L’applicazione del So Sento Ryu RAPID come disciplina di base per l’addestramento degli operatori law- enforcement, inoltre, ha mostrato l’analogia fra i principi di teoria del conflitto e quelli di gestione del combattimento sportivo. La testimonianza di questi punti di contaminazione è continuamente messa alla prova dalla consueta vicinanza tra mondo marziale vero e proprio e disciplina sportiva/marziale. Infatti il So Sento Ryu RAPID, può essere ritenuto un modello di allenamento fisico completo, che trova quartiere nel combattimento reale dove l’avversario genera l’interazione con un altro essere vivente che sviluppa il controllo ed il dominio di sé in relazione alla competizione propria ed alla situazione.
È da questa sorta di solitudine umana, condivisa con l’avversario, che i “registri emotivo-cognitivi” (esistenziali) dei praticanti irrompono nella pratica marziale coinvolgendo allenamento fisico e mentale.
Inutile rimarcare l’efficacia “costruttiva” del carattere dell’individuo che pratica questa disciplina. Tante le testimonianze riportate su questo sistema da professionisti militari o del mondo dell’“action”, che hanno più volte evidenziato lo stretto legame tra la fatica sportiva ed i sacrifici dell’impegno professionale.
Per quanto riguarda il nostro impegno, l’avvicinamento tra Il Ju Jitsu della famiglia Machado e il mondo del karate a contatto pieno, sembra essere un momento di scoperta e prosecuzione sulla via della perfezione della disciplina. Anche se è noto a tutti il profilo storico di nascita ed esportazione del Ju Jitsu, con Il So Sento Ryu RAPID si è generato un nuovo interesse di tipo evoluzionista.
Se infatti la distanza dai padri fondatori era dovuta all’innovazione intrinseca di questo “nuovo stile”, che vedeva il combattimento tradizionale scomponibile in fasi distinte, come la fase di scambio di colpi, quella lottatoria, quella al suolo, ecc., oggi la tendenza è quella di riappropriarsi di una visione “olistica” globale o di flusso del confronto con l’avversario.
Sebbene l’obiettivo del combattente intelligente, secondo il Fondatore Kancho Antonio la Salandra, è quello di mantenere il combattimento nella fase in cui si adattano meglio le proprie capacità, è anche vero che una gara, così come un vero conflitto, non è mai una realtà statica eccessivamente scomponibile. Evitando di ricordare capisaldi di letteratura strategico militare come quella di Sun Tzu o del maestro Sun Pin, anche Miyamoto Musashi sosteneva che “quando fissiamo la mente in un punto, la confondiamo perdendo la via”, quindi sebbene sia necessario affrontare un conflitto sempre al meglio delle nostre possibilità, è necessario anche l’adattamento continuo ad ogni novità tattica o a qualsiasi elemento “imponderabile” del confronto con l’avversario. È l’uomo che abbiamo davanti l’ostacolo alla nostra realizzazione di vittoria o di sopravvivenza.
In tutto ciò, nessuna impronta filosofica di tipo orientale del “conosci te stesso” viene dimenticata o esclusa. La realizzazione individuale passa per il confronto con l’altro così come per le fasi acicliche e situazionali del combattimento.
In definitiva la Nuova Frontiera del Ju JItsu sarà la sperimentazione del combattimento reale unito allo studio delle frequenze di risposta che il cervello, (nella sua complessità neurofisiologica – METODOLOGIA RAPID), è in grado di fornire durante il combattimento proprio a causa della variabilità prodotta dalle situazioni conflittuali.
Il fondatore del SO SENTO RYU RAPID, IL Dott. Antonio la Salandra, è chiaro sotto questo punto: il combattimento si consuma in brevissimo tempo, con un urto di forze eccezionale ed è violentissimo. La possibilità di adattarsi mentalmente all’imprevisto, di adattare la propria tecnica di combattimento e di fluire nell’imprevisto con la normalità del quotidiano, tanto che “ sia il vostro corpo ordinario simile a quello per le arti marziali e viceversa”, è di fatto la frontiera da raggiungere, ed è un “parametro di frequenza” atletica sul quale il fighter si deve sintonizzare, abbassando gradualmente i tempi di reazione fisica e liberando la mente alla ricerca della vittoria sportiva o della sopravvivenza.
La preparazione psico-fisica, con accenno tecnico, basata sullo sviluppo delle “PROPRIE” capacità, può essere svolta anche in casi di necessità come routine di allenamento personale in solitaria.
Quella che era solo una visione dell’ampliamento dell’applicazione di queste sperimentazioni ormai è consolidata e supportata per l’espansione in diversi paesi del globo, facendo nascere così una realtà di allenamento e forse anche competitiva all’altezza della tradizione.
Rispetto ai consueti fenomeni di moda o di ridefinizione di ruoli che tanto affannano le discipline marziali, questa sarà una dimensione evolutiva in grado di consolidare le origini e la cultura marziale che il leggendario Musashi riassumeva ai suoi allievi con poche ed indelebili regole: “… studia tutte le arti, conosci anche gli altri mestieri, distingui l’utile dall’inutile, riconosci il vero dal falso e percepisci anche quello che non vedi con gli occhi…”.